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I vecchi computer a 8 o 16 bit come il Commodore 64 sono ricercati ed utilizzati ancora oggi per vari motivi:
Nostalgia: per molti utenti, utilizzare un vecchio computer come il Commodore 64 rappresenta un modo per rivivere i ricordi dell'infanzia o dell'adolescenza e riscoprire il piacere di giocare ai giochi o di utilizzare le applicazioni di quell'epoca.
Semplicità: i vecchi computer a 8 bit sono progettati con un'architettura semplice e facile da comprendere, rispetto ai computer attuali, che possono essere più complessi e difficili da capire. Imparare quindi i meccanismi dell'informatica, della logica, dello sviluppo di programmi in linguaggio di programmazione partendo dal semplice BASIC. Capire da dove tutto è cominciato per comprendere il presente dell'informatica.
Limitazioni creative: le limitazioni hardware dei vecchi computer a 8 bit possono rappresentare una sfida creativa per gli sviluppatori e gli artisti, stimolando la loro creatività per trovare soluzioni creative per superare queste limitazioni. Esempio tangibile lo trovate nella pagina Giochi non Ufficiali dove vengono elencati tanti sviluppi recenti. Ancora oggi lo sviluppo di giochi e software per questi computer "obsoleti" è in continua crescita.
Comunità: esiste una grandissima comunità di utenti che utilizzano ancora oggi i vecchi computer a 8 bit, che condividono informazioni, software e soluzioni per risolvere problemi e migliorare l'utilizzo di questi dispositivi. Mercatini, raduni, conferenze, un forte senso di appartenenza ad una comunità sempre crescente.
Costi: Alcuni (e ribadisco alcuni) vecchi computer a 8 bit come il Commodore 64 risultano essere ancora "abbastanza" economici rispetto ad altri sistemi più ricercati per la loro rarità. Se desiderate acquistarne uno per i motivi sopra elencati, prima lo fate e meglio è, in quanto più si va avanti negli anni e più questi vecchi computer risulteranno rari e costosi.

collezionare commodore
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COLLEZIONARE COMPUTER DI CASA COMMODORE
Il collezionismo ha indubbiamente fatto lievitare i prezzi nel mercato dell'usato dei computer di casa Commodore (e non solo). Ma è grazie al collezionismo stesso che molte unità sono state riparate e riportate in vita, sono nate nuove periferiche, accessori, espansioni etc. E' nato un mercato e un business che oggi è veramente ai massimi livelli. Molti Commodore che fino a poco tempo fa erano conservati (spesso male) e dimenticati nelle soffitte o in qualche scantinato, sono stati rispolverati, riparati, rimessi in funzione e sono tornati a "vivere". Dopo il fallimento di Commodore nel 1994, e con l'avvento dei PC, il mercato dell'usato ha subito una discesa esponenziale, fine al crollo totale del valore di questi computer considerati ormai obsoleti (mi riferisco alla metà e fine anni novanta). Col passare degli anni molti Commodore (anche funzionanti) sono stati buttati o portati nei centri di raccolta di materiale elettronico. I più fortunati li hanno ben conservati, magari nella propria scatola, e messi in un mobile o in soffitta. Fino alla fine degli anni 90 e per la prima metà degli anni 2000, il valore di questi computer era praticamente nullo.
Intorno al 2010 nasce il boom del collezionismo in tutto il mondo. E' stato il vero inizio di un rinnovato interesse per tutti i computer di casa Commodore (e non solo). L'interesse per queste macchine oggi non è prerogativa solo per quelle generazioni di persone che hanno vissuto in prima persona la magica epoca dei Commodore VIC-20 , Commodore 16, Commodore 64 etc, ma anche di moltissimi giovani che si sono avvicinati a questi gioielli per semplice curiosità e comunque per un nome: "Commodore", che ha fatto la storia dell'informatica, e che è sempre rimasto come simbolo di un'epoca veramente irripetibile.
Fattori che quantificano il valore monetario di un computer vintage (Commodore e non solo).
Prima considerazione: In ambito collezionistico, hanno maggior valore tutti quei prodotti che sono stati innovativi per l'epoca nella quale sono stati progettati. Se si parla di "innovazione" e di "primati" (o record), ecco che non si può non menzionare Commodore.
Seconda considerazione: Un PC oggi performante, fra 5 anni sarà considerato vecchio e obsoleto. E fra 20 anni non avrà nessun valore storico o collezionistico. Un computer "vintage" che è stato una vera innovazione all'epoca, potrà solo salire di valore nel tempo per un semplice motivo: ce ne saranno sempre meno funzionanti col passare degli anni, e il valore storico aumenterà.
Questi sono i 6 principali fattori determinanti per una valutazione dei computer vintage:
1. Perfetto funzionamento in tutte le sue parti.
2. Condizioni estetiche simili al nuovo (no ingiallimenti o rotture).
3. Nessuna modifica rispetto all'originale (sigillo di garanzia intatto).
4. Accessori abbinati (cavetteria, lettori, periferiche e manualistica).
5. Numero limitato di unità ancora presenti nel mondo.
6. Imballaggio originale.
Spesso si legge che i computer vintage vengono venduti ad un prezzo eccessivo rispetto al suo effettivo valore in quanto macchine ormai obsolete. Sul fatto che siano macchine obsolete nulla da obiettare, ma il prezzo di tutte le cose lo fa il mercato ossia l'equilibrio che c'è tra domanda e offerta.
Un'automobile degli anni trenta (per fare un esempio), funzionante e ben tenuta, è certamente "obsoleta" e non potrà mai competere in termini di prestazioni, confort e accessori, con una qualsiasi auto di oggi. Persino un'utilitaria entry level risulta migliore. Ma questo non vuol dire che il valore di mercato di un'automobile degli anni trenta debba essere inferiore a quello di un'auto di oggi nuova. Anzi, non c'è paragone alcuno. L'automobile degli anni trenta è ricercata dai collezionisti, nel mondo se ne trovano pochissimi esemplari di un determinato modello, le parti di cui è composta sono praticamente introvabili, il suo fascino è intramontabile perché è un pezzo di storia dell'automobilismo e guidarla da emozioni agli appassionati che nessuna auto di oggi può regalare.
Per quanto riguarda i computer vintage è esattamente la stessa cosa. Non possiamo basare il valore di una macchina solo sul fatto che questa sia ormai vecchia e obsoleta. Non ne decidiamo noi il valore, ma lo decide il mercato. Chi vuole "buttare" un vecchio computer di trenta anni fa per fare spazio nella propria soffitta oggi cosa fa? Accede a eBay (per fare un esempio) e guarda se trova lo stesso modello, per semplice curiosità o per rendersi conto di quanto effettivamente potrebbe realizzare con una eventuale vendita invece di buttare la macchina. A questo punto si rende conto che quello che avrebbe buttato via, vale 150 € e ci sono persone che lo comprano a quel prezzo. Allora perché non provare a venderlo allo stesso prezzo? E se quello è un prezzo competitivo perché non provare a venderlo a 170 € visto che le condizioni estetiche sono buone ed è completo di accessori? Il concetto è molto semplice: quello che per me non ha valore, per un'altra persona può avere un valore monetario notevole. Questo è il mercato.
Per fare alcuni esempi, un Commodore VIC-20 (primo home computer a colori e con memoria RAM espandibile) in perfette condizioni, avrà un valore nettamente superiore rispetto ad un Commodore 64 (il più venduto nella storia dell'informatica, ma al tempo stesso il più diffuso). Un Commodore 64 (prima serie, detto anche Biscottone), se in perfette condizioni, avrà un valore monetario maggiore rispetto ad un Commodore 64C (seconda versione e quindi più recente). Un Commodore PET in perfette condizioni e funzionante (primo computer di casa Commodore prodotto nel 1975) sarà molto più quotato rispetto a qualsiasi altro Commodore prodotto successivamente. Così come un Commodore SX 64 se in perfette condizioni, può avere un valore di stima molto alto, grazie al fatto che le unità ancora in circolazione non sono molte, e per il primato che detiene (primo personal computer portatile a colori). Altra macchina ricercata dai collezionisti è il Commodore MAX Machine, lo scarso successo delle vendite ne fece fermare la produzione in poco tempo e oggi il numero delle unità in circolazione è abbastanza limitato. Un ultimo esempio: Commodore 65. Prototipo realizzato tra il 1990 e il 1991 di cui ne sono state vendute solo 2000 unità nella fase di liquidazione con il fallimento della Commodore Business Machines. Per questo motivo è molto ricercato dai collezionisti, ed ha un valore monetario molto alto (un modello integro e perfettamente funzionante vale oltre le ventimila euro).
Retrocomputing
Oltre al collezionismo c'è anche chi, come il sottoscritto, continua ad utilizzare questi computer. Sia per la programmazione in BASIC e sia per giocare agli innumerevoli titoli sviluppati all'epoca. Continuare ad utilizzare i vecchi Commodore significa anche prendersene cura, restaurarli, viverli, e tutto può essere concentrato in un'unica parola: "passione". Ecco dunque che il retrocomputing genera business. Aggiustare e restaurare un vecchio computer, significa sostituire le parti difettose, testare e migliorare le condizioni estetiche. Per fare questo, c'è sempre la ricerca del singolo chip o della scheda madre, delle periferiche o delle scocche. Tutto questo genera mercato e quindi compravendita di materiale usato, restaurato oppure nuovo (molte sono le componenti di nuova produzione per i vari modelli di Commodore). Conoscere il valore di ogni singolo pezzo, significa sapere se e quando è il caso di poter riparare un vecchio computer. Conoscere il valore di stima del computer stesso, significa sapere se è il caso di procedere ad una eventuale riparazione. Visto l'interesse collezionistico del momento sui computer vintage (non solo di casa Commodore), è anche scontato che molte persone ne facciano un'attività con scopo di lucro. Acquistare un vecchio modello Commodore non funzionante a poche decine di euro, può significare una volta riparato, poterlo rivendere al doppio o al triplo del prezzo pagato. Ma la "passione" va di pari passo con la "soddisfazione". Soddisfazione appunto di riportare in vita un computer non funzionante, di ridare una condizione estetica simile al nuovo, di sentirne nuovamente i suoni, e di rivedere quella schermata di avvio, sintomo di perfetto funzionamento, alla quale siamo tanto affezionati.